IL RISPARMIO ENERGETICO: DOVE SIAMO IN EUROPA?

IL RISPARMIO ENERGETICO: DOVE SIAMO IN EUROPA?
17 Agosto 2020 Antonella Piazzolla

Il risparmio energetico è sicuramente tra i temi più discussi nel panorama politico e sociale. Si parla di emissioni di CO2, di comportamenti virtuosi e di maggior rispetto verso il nostro pianeta, ma sappiamo realmente com’è la situazione in Europa per quanto riguarda l’obiettivo del ‘zero emissioni’ nell’utilizzo di energia? Sorprendente oppure no, il vecchio continente sta facendo molto bene, e l’Italia ci va a braccetto!

 

E’ ormai conoscenza comune ci siano due tipologie di fonti da cui trarre energia elettrica e termica: quelle rinnovabili e quelle non rinnovabili.

Come evoca la parola stessa, le fonti rinnovabili differiscono da quelle non rinnovabili perché producono energia senza consumare la fonte primaria. In altre parole, finché c’è il vento, fiumi che scorrono e il Sole basta catturarne movimento e calore per avere una fonte energetica potenzialmente infinita. Al contrario, carbone, petrolio, metano e altri combustibili, sono per definizione “scarsi” e in esaurimento. Inoltre, poco o tanto, il loro utilizzo produce l’immissione in atmosfera di anidride carbonica e di altre sostanze nocive per l’essere umano e l’ambiente. Ad oggi, “bruciare” è ancora meno costoso di “catturare”, ma le tecnologie (affiancate a volontà politiche) stanno colmando il gap! 

Infatti, specie negli ultimi anni con l’avvento di una consapevolezza e un’attenzione diffusa per ambiente e salute, svegliata in parte dal movimento messo in moto da Greta Thunberg, Fridays For Future, il tema del risparmio energetico e della sostenibilità stanno popolando le agende politiche, tanto che l’Unione Europea si è posta l’obiettivo di arrivare a “emissioni zero” nel 2050.

L’obiettivo prevede un piano per investimenti sostenibili, una graduale abolizione del carbone come fonte di energia e lo stanziamento di circa 1000 miliardi di euro di investimenti nei prossimi dieci anni. È stato chiamato ‘Green Deal’, ovvero un piano europeo ‘verde’, con il fine di combattere il cambiamento climatico e raggiungere le emissioni zero entro il 2050.

È una buona notizia se consideriamo che il 2020 è iniziato e continua ad essere una sfida nella lotta ambientalista, a causa di quella che sia per la politica che la cittadinanza è considerata una questione maggiormente pressante, ovvero l’emergenza sanitaria. 

L’Europa quindi, è in prima fila nello sviluppo delle politiche per il risparmio energetico e l’Italia è in ottima posizione. Infatti, come testimonia un report di Ember, per la prima volta in Europa, nel primo semestre del 2020, il consumo di energie rinnovabili hanno superato quelle da combustibili fossili e ciò ha contribuito a diminuire l’emissione di gas serra del 23%. Rimanendo all’Italia, nel 2019 solare ed eolica hanno contribuito a più del 18% nel totale consumo energetico mentre il carbone pesa solo poco più del 5% di energia totale nel paese!

Il risparmio energetico è uno dei settore inclusi nell’economia solidale trentina, disciplinata dalla legge provinciale 13 del 2010, in cui sono elencate, riconosciute e incentivate tutte le  “…iniziative dirette a un uso razionale delle fonti energetiche fossili, alla valorizzazione delle fonti energetiche rinnovabili, all’efficienza e al risparmio energetico nonché a un miglioramento complessivo della qualità della vita […]. Oltre a ciò vengono ricomprese anche le azioni volte a promuovere e sviluppare le fonti rinnovabili, […] iniziative dirette alla prevenzione e alla riduzione dell’inquinamento luminoso e dei consumi energetici [..].

Il risparmio energetico ed energia rinnovabile, dunque, è uno dei 13 disciplinari all’interno dell’economia solidale, i cui obiettivi si concentrano nel diminuire l’utilizzo di energia fossile e promuovere allo stesso tempo quella rinnovabile, migliorando di conseguenza la qualità della vita e dell’ambiente in cui viviamo! Ci sono ancora tanti passi da fare in questo settore, ma certamente l’Europa si sta lentamente impegnando sempre di più per arrivarci. C’è ovviamente bisogno di cooperazione e collaborazione di tutte le parti sociali, a partire dai cittadini, per arrivare all’ambizioso obiettivo,in cui l’economia solidale può veramente avere un ruolo centrale!

 

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