Il centro per l’Economia Solidale: a che punto siamo?

Il centro per l’Economia Solidale: a che punto siamo?
21 Gennaio 2022 Tania Giovannini

Il centro, partito a giugno 2021, ha concluso i primi sei mesi di sperimentazione e, in attesa della proroga per il 2022 è quindi pronto per una prima valutazione.  Consolida, insieme ad Euricse e CBS Società Benefit, avevano infatti risposto nella primavera 2021 alla call della Segreteria dell’Economia Solidale Trentina proponendo un’ipotesi operativa per la sperimentazione del primo Centro di Economia Solidale uno strumento previsto dalla stessa normativa provinciale per promuovere questo settore e, in particolare, i Distretti di Economia Solidale.

All’interno del gruppo multidisciplinare guidato da Giusi Valenti, responsabile Area Lavoro di Consolida, e sostenuti dall’Assessorato agli Enti locali e dal Tavolo dell’Economia Solidale  si è cominciato a pensare al futuro del centro, partendo da una analisi puntuale di quanto riscontrato in questo periodo.

 

Questi sei mesi sono stati ricchi di attività per il centro e sono sicuramente serviti a mettere ordine in un panorama ricco di iniziative e possibilità. Il gruppo di lavoro è partito facendo emergere i diversi fabbisogni dei DES riconosciuti e mappati sul nostro territorio ma soprattutto evidenziando e stimolando maggiore consapevolezza delle potenzialità legate alle reti. Una attività di dialogo e scambio con le esperienze già in azione e con quelle potenziali e una costante condivisione di quanto stava emergendo con la segreteria e il tavolo dell’Economia Solidale per valutare insieme le necessarie convergenze di intervento, capitalizzando gli strumenti e le risorse disponibili.

 

Ma partiamo dall’inizio. Parlare di “distretto” non è una novità assoluta in Italia e richiama ad un approccio economico per lo sviluppo locale affermatosi già negli anni ’70. In Trentino però, a partire dal 2007 si è iniziato a introdurne una declinazione specifica, connessa all’economia sociale, nella quale le dimensioni dell’ ”inclusione e dell’inserimento lavorativo” assumono un ruolo fondamentale. Ma dobbiamo arrivare alla LP 13/2010, una tra le prime norme di settore in Italia su economia solidale e responsabilità sociale delle imprese, per una definizione di DES che supera un approccio prettamente sociale definendoli laboratori di sperimentazione civica, economica e sociale. Una nuova forma di connessione, sembra trasparire dalla volontà del legislatore locale, tra politiche di sviluppo economico, territorio, ambiente, politiche sociali e del lavoro. L’orientamento verso relazioni più collaborative, in primis tra pubblico e privato e, parallelamente tra imprese, anche di natura diversa, per realizzare obiettivi economici compatibili con il benessere collettivo sui territori, soprattutto se, come spesso quelli trentini, “fuori mano” e poco consapevoli delle proprie risorse.

 

Distretti di Economia Solidale sono laboratori di sperimentazione civica, economica e sociale, e sono sostenuti dalla Provincia autonoma di Trento. I DES sono realizzati attraverso circuiti capaci di valorizzare le risorse territoriali in base a criteri di equità, di sostenibilità ambientale e socio-economica. Possono essere attivati per la realizzazione di filiere di consumo di beni e servizi, finanziamento, produzione, distribuzione e inserimento lavorativo.

 

Fin da subito lo staff scientifico ha individuato due tipologie di DES:

  • DES tematici, caratterizzati da una rete concentrata a lavorare su un tema comune come l’agricoltura sociale, di cui Consolida ha lanciato l’idea in autunno, oppure del Des verde, promosso alcuni anni fa sempre dalla cooperazione sociale e protagonista nel 2021 di un rinnovato interesse;
  • DES territoriali caratterizzati da iniziative diverse ma convergenti e presenti sullo stesso territorio come quello Fiemme e Fassa, nato negli ultimi due anni da un’azione pilota finanziata da Caritro o quello più storico e sociale della Vallagarina centrato sull’inserimento lavorativo.

 

In generale in questi mesi è emerso un potenziale enorme sul nostro territorio, anche se talvolta, non pienamente consapevole ed espresso da parte degli stessi attori.

 

Il cittadino comune, così come numerosi enti, fanno parte quotidianamente di un “DES di fatto” senza però rendersene pienamente conto.

 

In questi mesi, intervistando i diversi DES, esistenti o potenziali, ci si è resi conto di come non si possa contare (solo) sullo spontaneismo: elemento fondamentale per la prima fase di sviluppo e di partenza, ma che non è sufficiente per far radicare il processo e renderlo duraturo nel tempo. Per consolidare queste reti è necessario un accompagnamento stabile e competente. Cooperare sui territori, non è una dinamica spontanea, neppure tra le cooperative sociali oggi, ma va adeguatamente promossa e sostenuta anche dalle politiche pubbliche. Si tratta di (ri)costruire un tessuto fiduciario attraverso un nuovo modo di lavorare insieme. Facendone emergere le potenzialità e il valore aggiunto: lavorare insieme ad altri soggetti dello stesso territorio o ad altre realtà condividendo un tema comune è una ricchezza che va valorizzata.

 

Un interessante ulteriore ambito di intervento portato avanti dal centro in questi mesi è quello relativo alle attività di comunicazione. Oltre a concentrarsi su alcune strategie volte a rafforzare e dare continuità allo sforzo narrativo che da anni sta portando avanti il tavolo dell’Economia Solidale lavorando quindi sulla diffusione e la cultura dei concetti dell’economia solidale in generale, ci si è concentrati su strategie destinate specificatamente ai DES stessi: attivi o potenziali. Il centro ha quindi promosso l’utilizzo di alcuni strumenti di comunicazione, ma soprattutto di auto-narrazione che andassero nella direzione non solo di una comunicazione più “tradizionale”, ma che provassero ad attivare processi di comunic-azione rendendo protagonisti gli attori del DES e concretizzandone le reti e l’immagine generale. Ecco perché la scelta di produrre, tra gli altri strumenti, anche tre contenuti video composti da interviste, immagini dei luoghi di produzione e corredati di numeri e descrizione. Un’azione che quindi non ha solo il merito di raccontare all’esterno cosa sono i DES e come si concretizzano, ma che anche in fase di realizzazione ha posto gli stessi protagonisti di fronte a scelte narrative e necessità di coordinamento. Qui il link al DES Verde e Riuso e Qui il link al DES Fiemme e Fassa.

Per il 2022 quindi lo sforzo del Centro sarà, oltre a quello di intensificare e finalizzare le sua attività di animazione e comunic-azione, (non sarà, come non lo è stato,) quello non tanto di creare o forzare ex-novo reti territoriali nella direzione dei DES, ma piuttosto di accompagnare le esperienze esistenti o in costruzione, rendendone evidente il loro valore aggiunto.

 

 

Per maggiori informazioni

Stefano Musaico
centroeconomiasolidale@consolida.it
Tel: 3425570810
www.economiasolidaletrentina.it

 

 

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