Il DES carcere

Il DES carcere
7 Luglio 2025 Stefano Musaico

Un’opportunità per ricominciare: nasce il DES carcere in Trentino

Restituire dignità, offrire prospettive, creare nuove connessioni tra carcere e comunità. È con questa visione che in Trentino è nato il Distretto dell’Economia Solidale per il reinserimento sociale e lavorativo delle persone in esecuzione penale. Un progetto corale, innovativo e concreto che mette al centro le persone, il territorio e la forza delle relazioni.

La firma ufficiale è avvenuta il 24 febbraio 2025, nella Sala Depero della Provincia autonoma di Trento. Non si è trattato solo di un atto formale, ma del riconoscimento pubblico di un impegno condiviso: 32 soggetti, tra enti pubblici, istituzioni giudiziarie, associazioni di categoria, imprese e realtà del terzo settore, hanno scelto di unire le forze per costruire una rete stabile e strutturata. L’obiettivo? Offrire una seconda possibilità a chi sta scontando una pena, attraverso percorsi di formazione, lavoro e inclusione.

Il DES carcere non nasce dal nulla, ma si sviluppa come naturale evoluzione di esperienze già avviate negli anni, grazie alla collaborazione tra amministrazione penitenziaria, enti locali, cooperative sociali e associazioni. Quello che cambia oggi è la scala e la profondità dell’impegno: non più singole iniziative, ma una regia comune, coordinata dalla Provincia, che si pone l’ambizione di costruire un modello di giustizia realmente riparativa.

Il nome stesso del Distretto ne racconta la missione: “economia solidale” perché la dimensione economica si intreccia con quella sociale, e “reinserimento” perché ogni attività punta a restituire senso e futuro a chi, troppo spesso, è stato lasciato ai margini.

 

I protagonisti del DES

Il Distretto è sostenuto da una triplice rete:

  • I Soggetti promotori, tra cui la Provincia autonoma di Trento, l’Amministrazione penitenziaria, il Tribunale di sorveglianza, i Comuni, il consorzio Consolida, la Federazione Trentina per la Cooperazione, gli Ordini professionali e varie istituzioni giudiziarie, che ne hanno ideato e promosso la nascita.
  • I Soggetti sostenitori, rappresentanti del mondo economico, sociale e filantropico (come Confindustria, Confartigianato, Fondazioni, Lions, Rotary, ecc.), che offrono risorse, spazi, competenze e visibilità.
  • I Soggetti gestori, selezionati attraverso un processo di co-progettazione aperto agli Enti del Terzo Settore, per la realizzazione degli interventi socio-assistenziali.

Il DES è coordinato dalla Provincia autonoma di Trento, attraverso una cabina di regia che coinvolge tutti gli attori, pubblici e privati.

 

La co-progettazione

La realizzazione degli interventi socio-assistenziali che si intendono realizzare spetta ai Soggetti gestori del DES, enti del terzo settore accreditati in ambito socio-assistenziale. La co-progettazione è articolata in un Progetto di massima con 2 Aree di intervento interconnesse: l’Area “Dentro&Fuori Carcere” che include i laboratori interni per l’acquisizione dei pre-requisiti lavorativi e iniziative atte a favorire il reinserimento (sportelli, servizi di abitare accompagnato ecc…) e l’Area “RistorAZIONE”, che prevede la realizzazione del progetto “Spini Pizza”.

Il logo del DES è una casa aperta, affiancata da due tessere colorate. Un’immagine semplice, ma densa di significato. Simboleggia l’appartenenza alla comunità, l’autonomia conquistata grazie al lavoro e alla formazione, e l’apertura verso l’esterno, verso un territorio che deve essere parte attiva del cambiamento. Questi tre concetti sono anche le fondamenta su cui poggiano i numerosi progetti previsti dal Distretto.

Tra questi spicca “Spini Pizza”, un punto di ristorazione che sorgerà proprio accanto alla Casa Circondariale di Spini di Gardolo. Non sarà solo un locale dove mangiare una buona pizza, ma un luogo di incontro e lavoro, aperto al pubblico e gestito, in parte, da persone in esecuzione penale. Una struttura in legno di circa 300 metri quadrati, operativa a pranzo e tre sere a settimana, pensata per dialogare con chi vive o lavora nella zona e con i tanti che percorrono la ciclabile poco distante. Il progetto prevede anche un laboratorio di cucina all’interno del carcere e l’impiego di prodotti coltivati negli orti della struttura, in collaborazione con l’Istituto alberghiero di Levico Terme.

La forza di questo progetto risiede anche nella sua capacità di generare valore collettivo. Il lavoro e la formazione diventano così strumenti di emancipazione, ma anche leve per lo sviluppo economico e sociale del territorio. Il Distretto punta infatti a ridurre il rischio di recidiva, favorendo percorsi di reinserimento duraturi e sostenibili.

Non mancano le risorse: il DES carcere può contare su un finanziamento triennale di 3 milioni di euro, provenienti da fondi provinciali e nazionali, inclusi quelli della Cassa delle Ammende. Un investimento importante, che dimostra la volontà di credere fino in fondo nella sfida.

Durante l’evento di lancio, diverse autorità – tra cui il Presidente della Provincia Maurizio Fugatti, l’Assessore Mario Tonina, il Sindaco di Trento Franco Ianeselli, rappresentanti della magistratura e dell’amministrazione penitenziaria – hanno sottolineato come questa iniziativa rappresenti un unicum a livello nazionale, reso possibile anche grazie alla speciale autonomia del Trentino.

Il DES carcere è, in definitiva, una rete di opportunità: per le persone detenute, per chi lavora nella giustizia, per le imprese locali, per i cittadini. Un patto di responsabilità collettiva che trasforma il carcere da luogo di isolamento a spazio di ricostruzione. E che dà un messaggio chiaro: nessuno è solo il proprio errore.

 

Per maggiori informazioni

Stefano Musaico
centroeconomiasolidale@consolida.it
Tel: 3425570810
www.economiasolidaletrentina.it

 

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