Aneghe Taneghe, intervista a Nadia Mittestainer

Aneghe Taneghe, intervista a Nadia Mittestainer
25 Ottobre 2021 admin

“Aneghe taneghe, spinza luganeghe…” sono le parole di avvio di un’antica conta trentina, gioiosa e musicale come tutte le filastrocche. Aneghe Taneghe, oggi, è il nome azzeccato di una bella impresa contadina familiare nel cuore della Rotaliana, anomala quanto ambiziosa nel suo provare a ritagliarsi uno spazio vitale in un settore economico, quello della carne, che da molto tempo ha smesso di lasciare qualunque spazio alla poesia e che, come sappiamo, con i suoi allevamenti intensivi è tra i maggiori responsabili del riscaldamento globale.

Loro invece, Nadia e Franco assieme ai figli Riccardo e Federico, di poesia dell’allevamento sembrano vivere, se è vero che cercano di raggiungere un valore «alto» in ogni loro prodotto.

 

Chiedo a Nadia: cosa vuol dire allevare gli animali come una volta?

“Allevare come una volta vuol dire fare le cose in modo artigianale e con passione, seguendo vecchie tradizioni, prestando attenzione alla qualità dell’alimentazione a al benessere dell’animale, sia sotto l’aspetto nutrizionale sia per ciò che riguarda i ritmi naturali di crescita.

Il mangime lo prepariamo direttamente in azienda, miscelando e macinando nel nostro piccolo mulino le materie prime: mais, orzo, crusca e pisello proteico. Di mais riusciamo a produrre il 100% del fabbisogno annuale, e questo viene miscelato con cereali certificati OGM Free coltivati sul suolo nazionale, mentre il fieno viene falciato nei prati di montagna di Andalo.

I vitelli possono essere di due tipi, quelli che nascono da mucche di nostra proprietà e quelli acquistati nei primi 15 giorni di vita da altri allevamenti. Entrambi vengono svezzati con latte di mucca, quelli nati in azienda con il latte della propria madre mentre gli altri vengono accuditi da mucche che faranno loro da balia. Si nutriranno di latte per non meno di 4/5 mesi, periodo nel quale si svezzano naturalmente, con cereali e fieno. La nostra è una vera stalla, dove gli animali vivono secondo il modello di allevamento vacca-vitello rispettando così il naturale ciclo biologico. In una fase successiva vengono macellati in una struttura idonea e affidabile, che ci consegna la carne che verrà poi lavorata in azienda.

Oltre alle mucche alleviamo anche polli, pecore e maiali. I polli, come i vitelli, possono nascere in azienda o venire acquistati appena nati, gli agnelli nascono esclusivamente dalle nostre pecore, mentre i maiali vengono acquistati nei primi 4/5 mesi di vita da altri allevatori.

La semplicità è il motore trainante della nostra vita, l’attenzione alla cura e all’alimentazione dei nostri animali è diventato il nostro punto di forza, e lo facciamo in un modo complessivamente rispettoso dell’ambiente naturale. Tutto ciò ci consente una produzione di altissima qualità.”

 

E poi c’è la filiera corta…

“La filiera corta è parte integrante della nostra filosofia lavorativa. Quando io e mio marito abbiamo deciso di seguire la sua passione per la zootecnia e deciso di aprire una stalla ‘da carne’, l’abbiamo fatto, fin dall’inizio, pensando alla vendita diretta. A due anni dall’inizio dell’attività, man mano che la stalla si riempiva e avevamo animali da macellare, abbiamo realizzato il laboratorio e incominciato a confezionare e a vendere pacchetti per le famiglie, “La sacca del gusto”.

 

Non vi è mai venuta l’idea di aprire una macelleria?

“Assolutamente no. Non saremmo in grado, perché il nostro è un allevamento relativamente piccolo. Con 50 animali e una trentina di  manzetti non apri una macelleria. Dovresti comunque comprare all’esterno e comprare all’esterno vuol dire non sapere cosa vendi.”

 

Parliamo dunque della vendita diretta…

“All’inizio non è stato facile, perché le abitudini dei consumatori sono in genere molto consolidate. Sono 15 anni che lavoriamo per ‘educare’ le famiglie, ma ora abbiamo grandi soddisfazioni. Riusciamo a macellare e vendere 15-20 animali all’anno e avviamo collaborazioni molto interessanti con realtà del territorio, alberghi e agriturismi interessati al nostro prodotto, che comprendono il fatto che se anche pagano la carne un po’ di più, quel po’ di più poi lo mettono nel piatto e riescono a valorizzarlo. Sono realtà dove la qualità di base è già alta, e se decidono di acquistare la nostra carne è per migliorarsi sempre di più.”

 

Quante sono le famiglie, i consumatori che si rivolgono a voi per i loro acquisti?

“Tantissimi, saranno un centinaio di famiglie. Però non comprano tutti alla stessa maniera. C’è la famiglia che compra una volta all’anno e quella che compra una volta al mese. Ma, come dicevo, oggi abbiamo un numero di acquirenti tale che ci consente di macellare almeno un capo al mese, in certi mesi, in autunno-inverno, anche due.
Noi sappiamo di non poter fare concorrenza alla grande distribuzione. Sappiamo che il nostro prodotto dev’essere completamente diverso e ci teniamo che le persone vengano a vedere come lavoriamo. Il nostro miglior modo di vendere è il passaparola. Quando mi chiamano e dicono ‘vengo a prendere la carne’, rispondo ‘va bene, ma prima vieni a trovarci, perché insieme alla carne noi abbiamo tante altre cose da dirti e da farti vedere.”

 

Infine i mercati, ne parliamo?

“I mercati per noi sono importantissimi, anche per farci conoscere. Ne facciamo uno o due in settimana, cercando di capire quali siano i migliori. Quello di Mezzocorona del sabato mattina è fisso, poi abbiamo provato un po’ a Mezzolombardo e al mercato estivo di Molveno, che sembra che funzioni. Non possiamo ambire a farne tutti i giorni, perché avremmo bisogno di ulteriore forza lavoro.
In questo quadro, la proposta della Bookique a Trento è sicuramente interessante. Faremo ciò che potremo, per una questione di tempi e impegni e al di là del fatto che vada bene o che vada male, che ci sia o no una risposta. La risposta, peraltro, sono certa che nel tempo ci sarà. I nuovi mercati hanno bisogno di alcuni mesi per crescere, non c’è da aspettarsi miracoli. Questo è comunque il nostro primo mercato a Trento e vi abbiamo aderito perché crediamo abbia le dimensioni adatte: piccolo, ma non troppo, e all’interno di un contesto originale e innovativo. 

Visita il sito di Aneghe Taneghe

Stefano Albergoni