DONOTRENTINO, la seconda vita delle cose

DONOTRENTINO, la seconda vita delle cose
5 Aprile 2022 admin

Intervista a Lara Bustros

Nella storia i doni hanno messo in contatto persone e popoli, contribuendo allo sviluppo delle civiltà. Oggi DONOTRENTINO fa incontrare chi può donare e chi può ricevere, per costruire e ricostruire comunità più coese e resilienti. Ne abbiamo parlato con Lara Bustros, portavoce del progetto. 

Lara, come è nato il progetto DONOTRENTINO?

“DONOTRENTINO è una piattaforma nata il primo giugno 2021, con l’obiettivo di mettere in contatto chi opera nel sociale con chi ha qualcosa da donare. L’idea di creare questo sistema di aiuto semplice e concreto è nata da tre cittadini trentini, che durante la pandemia si sono accorti delle crescenti difficoltà di molte famiglie e hanno provato a sviluppare una soluzione. All’inizio, nel progetto è stata coinvolta l’associazione Trentino Solidale, che opera in molti settori della solidarietà sociale, tra cui la raccolta e distribuzione di alimenti. Poi anche la Caritas diocesana, la cooperativa CS4 di Pergine e l’associazione Rotte Inverse di Arco hanno aderito come soggetti promotori.”

Come funziona, in pratica, la piattaforma?

“La piattaforma è raggiungibile dal nostro sito www.donotrentino.it. All’interno ci sono varie sezioni, tra cui quella “Dono” e quella “Cerco”. Nella prima, chiunque può fare una donazione, mettendo a disposizione beni materiali – vestiti, mobili, elettrodomestici o giochi, tra le tante cose – ma non solo: si può anche donare del tempo per fare attività di volontariato, oppure offrire le proprie competenze a chi ne ha bisogno. Al momento, per esempio, c’è chi si è offerto di dare ripetizioni o di fornire un corso base di informatica agli anziani. Nella sezione “Cerco”, invece, gli enti del terzo settore che si sono accreditati con noi possono caricare le domande e i bisogni che hanno raccolto dalle persone in difficoltà. Tra chi dona e i chi riceve, infatti, c’è l’intermediazione di tutte quelle realtà che sono radicate sul territorio e possono raccogliere la domanda d’aiuto dei cittadini svantaggiati: servizi socio-assistenziali, enti pubblici, imprese sociali, cooperative e enti del terzo settore che svolgono attività nell’ambito del riuso e della solidarietà. In questo modo riusciamo a raggiungere due obiettivi molto importanti: innanzitutto ci assicuriamo che i beni vengano destinati a chi effettivamente ne ha bisogno, e in secondo luogo rafforziamo la rete tra i soggetti che operano nell’ambito della solidarietà sociale.” 

E poi c’è la sezione “Storie”…

“Sì, è una pagina che raccoglie le “storie a lieto fine”: tutte le storie di beni che, una volta donati, sono riusciti a raggiungere una famiglia o un cittadino che ne aveva bisogno, e hanno iniziato una nuova vita. Per noi raccontare questi viaggi, questi incontri e questi scambi è parte integrante della nostra missione. In questo modo, infatti, garantiamo la tracciabilità della donazione e contribuiamo a diffondere la cultura del dono. Non da ultimo, le storie a lieto fine sono anche un bel modo per ringraziare i donatori.”

 

Oggi ci sono tanti modi per scambiare e riusare gli oggetti che non ci servono più. Perché scegliere la formula del dono?

“Tutte le forme di riuso e scambio sono preziose, perché rendono i nostri consumi più sostenibili dal punto di vista ambientale. Il dono, però, ha qualcosa in più: è un modo per costruire nuovi legami e nuovi vincoli sociali, per creare senso di appartenenza alla comunità. Il dono, infatti, fa nascere nel destinatario un sentimento di gratitudine verso la società intera – il donante spesso è anonimo – e questo sentimento aiuta ad accorciare le distanze tra cittadini, a diminuire le disuguaglianze, l’emarginazione e il sentimento di esclusione. Quando si riceve un dono ci si sente accettati e accolti. Non è poco.”

 

A meno di un anno dall’inaugurazione della piattaforma, come valutate il suo impatto?

“La risposta è stata fin da subito molto positiva. Ad oggi, abbiamo una ventina di enti accreditati, e questa rete è in continua espansione. Ora stiamo rafforzando i contatti anche con le parrocchie e gli oratori, perché è importante essere presenti sul territorio in modo capillare, mettendo in rete le piccole realtà locali, vicine ai cittadini bisognosi. La vera sfida, infatti, è riuscire a raggiungere i cittadini più svantaggiati, che spesso non sanno di poter ricevere un aiuto, o non conoscono le realtà a cui rivolgersi. Un altro aspetto che vogliamo migliorare è quello della logistica, perché a volte non è semplice spostare beni molti ingombranti, come gli arredi. Ci piacerebbe espandere la nostra rete, coinvolgendo le aziende che si occupano di trasporti. Ogni donazione andata a buon fine è un successo che ci spinge a migliorarci. Quello che stiamo costruendo è un’economia complementare a quella tradizionale, non solo materiale ma anche fruttuosa di rapporti.”

 

Lara e gli altri volontari di DONOTRENTINO hanno le idee chiare: dono dopo dono, le comunità possono diventare più forti, più coese e più inclusive. Come dice Alma, un’altra delle volontarie, DONOTRENTINO sta mettendo in moto “una circolazione di grazie”.  

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