Maso Cengi – Intervista ad Egizia Simonini

Maso Cengi – Intervista ad Egizia Simonini
21 Aprile 2022 admin

A Maso Cengi la tradizione agricola trentina si rinnova. L’azienda di Serravalle, fondata negli anni Ottanta da Fausto Simonini e Fausta Manfredi, guarda al futuro senza dimenticare il proprio passato. Nel corso del tempo, alla storica coltivazione con metodo biologico di meli e viti si è aggiunta la produzione di ortaggi, confetture, succhi di frutta, sciroppi, crauti, passata di pomodoro e molti altri prodotti derivati. Ne abbiamo parlato con Egizia, diventata da poco la titolare dell’azienda insieme al fratello Elia.

Egizia, hai deciso di dedicarti a tempo pieno all’azienda di famiglia. Hai sempre voluto fare l’imprenditrice agricola?

“Nel mondo dell’agricoltura ci sono nata. Entrambi i miei genitori sono contadini, e prima di loro i miei nonni. A 14 anni sapevo quello che volevo fare nella vita: mi sono iscritta all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, con l’idea di specializzarmi nella produzione e trasformazione di piante officinali. Ma non mi sono fermata lì: volevo saperne di più, così mi sono iscritta a un corso di laurea in farmacia. Per fare molte preparazioni, infatti, è indispensabile essere farmacisti. A quel tempo, però, lavoravo già nell’azienda di famiglia, e avevamo deciso di fare degli investimenti importanti. Ho capito che la famiglia e l’azienda avevano bisogno di me e non mi sono tirata indietro. Ho lasciato l’università, ma il sogno delle erbe officinali è rimasto.” 

Quindi hai parecchi progetti in mente…

“Sì, c’è moltissimo lavoro da fare per progettare il futuro e capire su quali prodotti puntare. Io e mio fratello Elia vogliamo capire chi siamo e chi vogliamo diventare. Sicuramente continueremo a puntare su prodotti di alta qualità e su varietà rare e il più possibile locali.”

Mi faresti un esempio?

Egizia mi indica tre cassette di mele esposte sul banco, di tre varietà differenti. Sono mele piccoline, dai colori molto sgargianti. 

“Qualche anno fa abbiamo assaggiato delle mele buonissime, croccanti, e abbiamo scoperto che erano coltivate a 600 metri d’altezza. Così abbiamo deciso di provarci anche noi: ora abbiamo 800 piante poste a 800 metri di altitudine, nella zona di Brentonico. Sono varietà resistenti, e cioè che necessitano di pochissimi trattamenti. Raggiungere con un trattore a gasolio un terreno così in quota, infatti, per noi sarebbe poco sostenibile anche dal punto di vista economico, oltre che ecologico.”

So che avete optato per la vendita diretta dei vostri prodotti ai mercati. Qual è il tuo rapporto con il mercato?

“Mi piace molto fare i mercati, perché mi dà l’opportunità di raccontare i prodotti, di dedicarmi ai clienti e di instaurare con ognuno di loro una relazione. Quella del mercato è un’esperienza molto emotiva e coinvolgente. Non è sempre facile, perché l’incontro con l’acquirente è un vero scambio personale, in cui metto in gioco me stessa, la mia azienda, il frutto del nostro lavoro. Nel tempo ho imparato a gestire le emozioni, a capire i miei limiti e il tipo di cliente con cui mi piace relazionarmi. 

Con il Mercato dell’Economia Solidale, poi, ho un rapporto speciale, perché è diverso da tutti gli altri. C’è più coinvolgimento, più spirito di gruppo tra noi produttori, più senso di appartenenza, perché sappiamo di condividere alcune idee di base, come la scelta del biologico e della filiera corta.”

 

Un’ultima domanda: che cosa significa solidale per te?

“Ci riflettevo qualche giorno fa con mio fratello Elia: solidale è ciò che è solido con tutte le altre parti. Pensa alla meccanica di un motore: tutti gli ingranaggi devono lavorare insieme, facendo la propria parte. Vale lo stesso nel nostro settore: se uno guarda solo a sé stesso il motore non funziona.”

Insomma, agli imprenditori agricoli di oggi e di domani è richiesto di essere “oliati e solidali”. Egizia ha le idee chiare.