COME CAMBIA LA SPESA A TRENTO, TRA COMUNITA’ DI SOSTEGNO ALL’AGRICOLTURA ED EMPORIO DI COMUNITA’

COME CAMBIA LA SPESA A TRENTO, TRA COMUNITA’ DI SOSTEGNO ALL’AGRICOLTURA ED EMPORIO DI COMUNITA’
9 Agosto 2023 admin

La pandemia da Covid-19 sarà ricordata come un dramma planetario che ha toccato la vita di ognuno di noi, ma come tutti i grandi eventi dell’umanità porterà con sé anche buoni insegnamenti. Uno di questi, ci auguriamo, è la necessità di agire, e in fretta, per cambiare stili di vita insostenibili

Qui vogliamo dare spazio a due iniziative da poco avviate a Trento sul versante del consumo critico e della filiera corta in campo agroalimentare.

La prima in ordine di tempo è la CSA, ovvero “comunità di supporto all’agricoltura”, figlia di esperienze ormai decennali in tutto il mondo di associazione tra produttori e consumatori, con l’obiettivo di trovare punti di equilibrio tra l’interesse di nutrirsi bene e quello di produrre e vendere bene. A Trento la CSA “Naturalmente” è nata da pochi mesi, in seguito alle relazioni createsi tra alcuni produttori e alcuni “mangiatori” durante il lockdown e grazie alla ‘spinta’ impressa da Nutrire Trento, il tavolo di lavoro creato da Comune e Università di Trento

Sono 32 le famiglie coinvolte e 13 i produttori: una “comunità di pratica” che sarà anche studiata dai ricercatori di UniTN, per produrre evidenze empiriche, per meglio comprendere il funzionamento di queste esperienze e per migliorarne le pratiche e la loro capacità di durare nel tempo. 

Come funziona in concreto la CSA “Naturalmente”? 

Produttori e consumatori si trovano una volta alla settimana a Ravina, in uno spazio messo a disposizione da un produttore. La CSA dispone di una piattaforma digitale, dove entro il giovedì i produttori caricano i loro listini. I “mangiatori” tra il giovedì e il sabato fanno gli ordini e il lunedì pomeriggio ci si trova per il ritiro, approfittando dell’occasione per organizzare assaggi e conversare liberamente. In effetti, la CSA è un contesto in cui si creano forme inedite di socialità e condivisione, che derivano anche dalla responsabilità verso il produttore e il territorio. 

Da una CSA appena nata a un Emporio di Comunità nascente il passo è breve. Lo spirito che accomuna le due iniziative è analogo, diverse le forme organizzative. Nel caso dell’emporio di comunità si tratta di uno spazio autogestito e co-progettato dove elaborare nuovi modelli di consumo e socialità. Sono esperienze che nascono negli USA (come ‘food coop’) e che in Italia hanno trovato in “Camilla” a Bologna una prima versione. 

In un emporio di comunità i prodotti sono scelti in base a criteri etici e di sostenibilità, in modo anche da offrire prezzi più accessibili al consumatore. A Trento, con l’obiettivo di dar vita entro l’estate all’emporio (che si chiamerà “Edera”, traendo spunto dalla resistenza e dalla capacità “invasiva” della pianta) gli attuali 90 aderenti hanno dato vita a 8 gruppi di lavoro: c’è chi si occupa dell’officina culturale, che sarà uno spazio aperto per divulgare la cultura del consumo critico; chi si concentra sul tema ‘prodotti e produttori’, chi analizza i criteri di scelta dell’offerta (biologico e biodinamico, senza discriminare i produttori non certificati, ma con un alto profilo etico). C’è poi chi lavora sulla ricerca dello spazio, sulla forma societaria (sarà una cooperativa di consumo) e altre questioni organizzative. 

Ora l’Edera sta raccogliendo l’interesse di chi è disposto a diventare socio. Perciò vi rimandiamo alla sua landing page:  bit.ly/emporiocomunitatn